STORIA
Sull’origine del nome “Tarantasca" sono state fatte varie supposizioni:
• Tarantasca deriva il proprio nome da una via anticamente detta Carentasca per il fatto che conduceva a Quaranta o Carata, centro rurale medievale posta fra Busca, Centallo e Costigliole. Cessato il ricordo di Carante, il toponimo venne trasformato nell’attuale, forse a causa dell’assonanza con l’importante regione degli alti pascoli della Tarentasia, territorio, questo, situato nell’odierna Francia sudorientale.
• Da rilevazioni fatte in parecchi scritti si legge “Turentushae e Turentashae" e pare che il suo territorio fosse solcato da Turentas, rigagnoli più o meno precipitosi, e la natura del suo terreno e l’avere a poca distanza i cosiddetti “Sagnas", terreni paludosi, portano a questa denominazione.
• E’ reale l’ipotesi del Riberi che identifica Quaranta Vecchia nei pressi del Priorato di San Benigno e Quaranta Giovane presso le rive dello Stura.
La storia più antica del paese si confonde con quella della vicina Busca, nel cui territorio sorse il primitivo insediamento. Ne è conferma la più antica citazione del luogo, che compare infatti nell’atto di dedizione del comune di Busca al marchese di Saluzzo Tomaso I (20 maggio 1281).
• 06.06.1674 autorizzazione reale di Carlo Emanuele II (Regie Patenti);
• 08.01.1808 decreto Napoleonico.
A inizio secolo (da censimento 1901): n. 1811.
Abitanti al 31.12.1999: n. 1943.
Abitanti al 31.12.2009: n. 2048.
Abitanti al 31.12.2013: n. 2067.
Superficie: Km. 12,23;
Altitudine: 451.
• S. Chiaffredo;
• S. Cristina;
• Tasnere;
• S. Defendente.
Indirizzo: VIA VITTORIO VENETO N. 21;
Tel.: 0171/931921;
Fax.: 0171/931676;
E-mail: tarantasca@ruparpiemonte.it;
Sito internet: in allestimento.
Biblioteca Civica Comunale (inaugurazione dopo ristrutturazione dell’edificio nel 2001) Via Piero Bellino n.1.
Asili INFANTILI: Scuola dell’Infanzia “REGINA ELENA" Via Piero Bellino, 5.
Scuola PRIMARIA di Tarantasca in Piazza Marconi, 1.
Prima del 1808 Tarantasca non era che un piccolo gruppo di case soggetto a Busca, dalla quale, durante il periodo feudale tre volte era stata divisa, per poi esserle riannessa finchè l’11 gennaio 1808 un decreto Napoleonico elevava in Comune Autonomo la città di Tarantasca che insediava solennemente la sua prima amministrazione nel marzo dell’anno stesso. Alla caduta dell’Impero Napoleonico, la città di Busca tenta ancora una volta di riprendere Tarantasca ma Vittorio Emanuele I di Savoia ne riconferma in data 8 maggio 1817, l’autonomia e da quell’epoca s’inizia lo sviluppo edilizio ed economico del paese. Lunga controversia, prolungatasi per oltre cinquant’anni, vi fu tra Busca e Tarantasca per questioni economiche, controversia risolta or non è molto tempo con l’intervento di S. E. il Prefetto. Viene raccontata dai tarantaschesi una leggenda comunemente conosciuta come “Tarantasca, la madre di Torino", che vuole Tarantasca liberatrice di Torino, quando una bestiaccia di terribile ferocia la devastava annidandosi di giorno lungo le rive del Po. La belva inafferrabile fu affrontata dal toro di Tarantasca di fenomenale grossezza e ferocia, e uccisa. Secondo la leggenda, Torino, in riconoscenza, avrebbe innalzato nel proprio stendardo la figura del toro liberatore.
Con deliberazione Consiliare 26 gennaio 1908: S.E. il Cav. GIOVANNI GIOLITTI. Deputato del Collegio, Presidente del Consiglio e Ministro dell’Interno, veniva dichiarato Cittadino onorario di Tarantasca, memore e riconoscente dei benefici ricevuti.
UN SUGGESTIVO CASTELLO (non aperto al pubblico). L’imponente costruzione che domina l’attuale abitato, derivante dalla trasformazione dell’antico castello in dimora signorile, voluta dai Della Chiesa tra Sei e Settecento, pur avendo perso il primitivo carattere guerresco, rintracciabile unicamente nelle quattro massicce torrette angolari, è tuttora edificio di grande suggestione: il suo impianto architettonico infatti fonde elementi barocchi di una certa eleganza con la maestosa severità delle compatte cortine murarie. L’attuale proprietario è il Sig. Allione ivi residente.
Nelle immediate vicinanze, quasi al centro del paese, la PARROCCHIA DI S. BERNARDO, conserva al suo interno, oltre ad alcune tele pregevoli settecentesche fra le quali una Vergine con San Bernardo, anche una interessante acquasantiera recante doppia datazione: sulla coppa esagonale è segnato l’anno 1571 e, sul piede, vi è la scritta a caratteri gotici “anno domine 1460".
In Via Carletto Michelis è possibile visitare la CONFRATERNITA di SANTA CROCE, affiancata da un bel campanile barocco a tre ordini sovrapposti. Da ricordare è l’edificio del MUNICIPIO, la cui facciata è abbellita da un interessante affresco e da alcune lapidi commemorative e il CENTRO POLIVALENTE COMUNALE (antico cascinale ristrutturato) utilizzato per numerose manifestazioni. Un cenno meritano, infine, la piccola CAPPELLA DI SAN SEBASTIANO, la CAPPELLA di SANTA BRIGIDA, nella Frazione Tasnere la CHIESA DI MADONNA DELLA NEVE e PARROCCHIA DI SANTA CRISTINA e i numerosi PILONI (ad esempio il Pilone di S. Marco, Pilone di Madonna della Neve, Pilone di S. Antonio, Pilone di Via del Giogo).